Padiglione Italia – Biennale Architettura 2012

Immagine-guida del Padiglione Italia "Le quattro stagioni" alla Biennale Architettura 2012

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Edition: 13. International Architecture Exhibition - Common Ground directed by David Chipperfield (29 August - 25 November 2012)
Titolo del Padiglione Italia: The Four Seasons. Architectures of Made in Italy from Adriano Olivetti to the Green Economy
Curator: Luca Zevi
Commissioner: Maddalena Ragni
Catalogue: Le quattro stagioni: architetture del made in Italy, da Adriano Olivetti alla green economy, 13. Mostra Internazionale di Architettura La Biennale di Venezia, Padiglione Italia, a cura di Luca Zevi, Electa, Milano 2012

 

Il Padiglione Italia alla 13. Mostra Internazionale di Architettura – La Biennale di Venezia (29 agosto – 25 novembre 2012) è un’occasione per riflettere sul rapporto tra crisi economica, architettura e territorio, uno spazio in cui immaginare un progetto di crescita del nostro Paese, il “common ground” di un progetto concreto e visionario, in cui cultura ed economia scrivano un nuovo patto.

 

Il progetto curatoriale di Luca Zevi si snoda come il racconto di un incontro possibile, della riscrittura del ‘patto’ – luogo condiviso e spazio possibile – in cui le ragioni dell’architettura, del territorio, dell’ambiente dialoghino con quelle dello sviluppo economico. Un ‘common ground’ tra imprenditoria e architettura come necessità imprescindibile per la ripresa. Il racconto descrive le “quattro stagioni” dell’architettura del Made in Italy lungo un percorso accidentato e fecondo, mirato alla ricerca di un rapporto virtuoso tra architettura, crescita e innovazione.

 

I stagione: Adriano Olivetti nostalgia di futuro
Il Padiglione si apre con il racconto dall’esperienza di Adriano Olivetti nell’Italia del secondo dopoguerra come paradigma di un modello di sviluppo in cui politica industriale, politiche sociali e promozione culturale si integrano nella proposta di una strada innovativa nella progettazione delle trasformazioni del territorio. Esperienza unica per i tempi e per il contesto, che per la sua attualità induce una positiva nostalgia di futuro. Olivetti è innovatore per il modo di fare impresa, la visione del mondo, le scelte e i principi.

 

II stagione: L’assalto al territorio
A partire dagli anni ‘80, nel fervore imprenditoriale diffuso seguito alla scomparsa delle grandi industrie dal nostro paese, si è verificata una sorta di “assalto” al territorio italiano attraverso iniziative di grande vitalità sotto il profilo produttivo, ma altrettanto disinteressate a qualsivoglia forma di espressione architettonica o di inserimento appropriato nel paesaggio: è la fase della produzione “nel sottoscala o nel capannone, spesso conditi da una villetta in stile chalet svizzero”, il “grado zero” dell’architettura del Made in Italy.

 

III stagione: Architetture del Made in Italy
Negli ultimi quindici anni alcune imprese del Made in Italy hanno scelto di costruire i propri stabilimenti e i propri centri direzionali secondo un progetto architettonico d’eccellenza. Sono nate così strutture attente alla poetica dei luoghi e degli oggetti, alla vita delle persone, alla sensibilità ambientale, documentate e “narrate” nella mostra. Il ‘fare impresa’ virtuoso anche nell’immaginazione dei luoghi di produzione e commercializzazione sta contribuendo a creare nuovi paesaggi. È nel loro agire il senso della prospettiva: l’industria che all’architettura chiede la traccia dei luoghi, della quotidianità, della sua stessa identità.

 

IV stagione: ReMade in Italy
La sfida della “quarta stagione” – la messa a sistema delle imprese del Made in Italy nella direzione di una Green Economy – è destinata fatalmente a incontrare la sfida di Expo 2015 ‘Nutrire il pianeta’, che diventa una straordinaria occasione per riflettere sul rapporto tra territorio e ambiente, città e produzione agricola, e sul senso del ‘progetto’ nel nord e sud del mondo. La nutrizione, che è al centro dell’Expo 2015, spinge a rimettere sotto analisi il concetto di comunità sostenibile: il rapporto tra città e campagna, industrializzazione e produzione agricola.

 

The Italian Pavilion thus becomes a place where designers, entrepreneurs and politicians begin to seriously confront the issues of living, in anticipation of an era in which the obsession with the megalopolis must give way to new community-inspired rules, in which eating, moving and living become functions of the same equation.

Ultimo aggiornamento in data 8 November 2023