La mostra Da io a noi. La città senza confini (Palazzo del Quirinale a Roma, dal 24 ottobre al 17 dicembre 2017) presenta le opere di 22 artisti italiani e internazionali che raccontano, attraverso i diversi linguaggi dell’arte contemporanea, la visione delle odierne metropoli riflettendo sul concetto di ‘periferia’.
Si tratta di un progetto espositivo ambizioso, promosso dalla DGAAP (precedente acronimo dell’attuale Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura) e dal Segretariato Generale della Presidenza della Repubblica, con un duplice obiettivo: da una parte restituire, attraverso una selezione di opere, un panorama artistico d’eccellenza che racconti le varie interpretazioni del tema; dall’altra parte consigliare al cittadino, con messaggi visivi, sonori o tattili, un maggiore rispetto per sé, per l’altro e per lo spazio che viviamo, rafforzando la fiducia nelle istituzioni.
Nella Galleria Alessandro VII e nelle sale contigue sono esposte le opere di Lara Almarcegui, Rosa Barba, Botto & Bruno, Maurizio Cattelan, Gianluca e Massimiliano De Serio, Jimmie Durham, Lara Favaretto, Flavio Favelli, Claire Fontaine, Alberto Garutti, Mona Hatoum, Alfredo Jaar, Francesco Jodice, Adrian Paci, Diego Perrone, Alessandro Piangiamore, Eugenio Tibaldi, Grazia Toderi, Vedovamazzei, Luca Vitone, Sislej Xhafa and Tobias Zielony.
La ricerca artistica è frutto della collaborazione tra artisti e il comitato scientifico presieduto da Federica Galloni (DGAAP) e composto da Vincenzo de Bellis, Carolina Italiano, Luca Molinari, Chiara Parisi, Andrea Segre, Esmeralda Valente. La scelta delle opere, realizzata insieme agli artisti, è ispirata dalla capacità di ciascuna di trasmettere con immediatezza ai visitatori il tema in un percorso unico nel suo genere, che crea un corto circuito tra gli ambienti fastosi del passato e la percezione del presente.
Il progetto, utilizzando vari linguaggi dell’arte contemporanea (pittura, scultura, fotografia, video, installazione), vuole restituire una dimensione poetica di una società in trasformazione, seguendo le tracce lasciate dall’uomo sul territorio, le forme di paesaggio che l’azione umana genera, gli oggetti che perdono la mera funzione pratica per acquisire il valore di testimonianza del percorso di un’esistenza, l’identità che quel nuovo ambiente, così generato, è in grado di trasmettere. Al centro della considerazione degli artisti è, infatti, un doppio sguardo che oscilla dalla condizione individuale a quella collettiva, restituendo un immaginario visibile attinto da storie e vissuti invisibili: narrazioni che si sviluppano nel contesto di periferie avvertite come luoghi senza confini, labirintici e in continuo mutamento, nelle quali le persone tratteggiano il loro difficoltoso percorso di conquista di una propria, a volte trasformata, identità.
Da io a noi. La città senza confini – Com. stampa del 23.10.2017
Ultimo aggiornamento in data 16 May 2024